Dimissioni per far ripartire il processo di pace. È ciò che viene chiesto a Michel Djotodia, presidente ad interim nella repubblica centrafricana in queste ore in Ciad per un summit della comunità economica degli stati africani. Dalla caduta del presidente Bosize in marzo, Djotodia ha perso il controllo dei combattenti i Seleka, musulmani. Gli scontri con le milizie cristiane anti-balaka hanno gettato il Paese nel conflitto interetnico. La Francia è intervenuta con l’invio di truppe, ma gli scontri non si sono fermati. Anche Bruxelles per bocca della responsabile esteri dell’Unione, Catherine Ashton, pensa di inviare un contingente di 700-1000 uomini, ma il primo passo sono le dimissioni di Djotodia.
Dice un ex combattente: “Il presidente deve andar via. Da quando è in carica abbiamo visto sangue e morte. Il Paese è fermo, tutto è bloccato”.
“Le dimissioni del presidente sono l’unica soluzione plausibile. È quello che domandano gli anti-balaka. Solo le dimissioni cesseranno le ostilità”, aggiunge un uomo.
La violenza del conflitto fa però dubitare che le dimissioni fermeranno la guerra. Sabato è attesa una seconda conferenza a Bangui per discutere i dettagli della transizione.