L’Alto commissariato Onu per i rifugiati così come molte Ong, come Amnesty international, si dicono estremamente preoccupati per la sicurezza degli abitanti di Mosul dopo l’offensiva lanciata dalle forze irachene per riconquistare la città alle forze jihadiste.
Capitale del Califfato da due anni, centro nevralgico per la sopravvivenza di Daesh, Mosul conta circa 1 milione e mezzo di abitanti.
William Spindler, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati:
“C‘è un rischio reale che l’offensiva lanciata per riconquistare Mosul possa produrre una catastrofe umanitaria che abbia come conseguenza un flusso di migranti senza precedenti.
Ci sono circa 3 milioni e 300 sfollati, circa un iracheno su dieci si trova in questa situazione.
Le agenzie umanitarie temono che l’offensiva possa comportare circa un milione di sfollati “.
Gli sfollati si trovano tra due fuochi: vittime di Daesh da un lato e delle milizie pro governative dall’altro che li obbligano a prendere le armi contro Daesh
Il campo di Debaga, a 40 chilometri da Erbil, ospita circa 35 mila persone, testimoni di violenze e soprusi.
“L’alto commissariato Onu ribadisce che gli abitanti della città devono essere lasciati partire per trovare riparo in aree sicure, compresi campi d’emergenza situati a una ragionevole distanza dal fronte e dove non ci siano guerriglieri”.
Amnesty, che pubblica oggi un rapporto sulle violazioni in Iraq, teme che possano verificarsi gli abusi verificatisi a Falluja, liberata lo scorso giugno con un’offensiva durata 4 settimane.
Intanto l’agenzia di stampa di Daesh, lunedì diffondeva le immagini di Mosul, secondo queste la vita sembra scorrere tranquillamente.