Trump: stop a bando ingressi, corsa contro il tempo per entrare negli Usa

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I primi aeroporti ad applicare la sentenza della corte d’appello federale statunitense sono Seattle e San Francisco.

Per il dipartimento di Stato “le persone con un visto ancora valido e non fisicamente cancellato possono viaggiare negli Stati Uniti”.

Fuad viene dall’Iraq dove ha lavorato per il governo di Washington. Lui e la sua famiglia sono diretti nel Tennessee.

“Non ho parole per descrivere l’emozione – dice Fuad appena superato il varco aeroportuale – Sono molto, molto felice. Questo è un giorno speciale, è una giornata eccezionale, credetemi. Sono molto, molto felice, non me l’aspettavo”.

“Ero preoccupata – dice Rouda, sudanese – Ti garantisco che ero preoccupata. Mio marito continuava a dirmi che tutto si sarebbe risolto. Quindi grazie. Voi giornalisti avete fatto davvero un buon lavoro”.

Anche Eman Ali, 12 anni, può riabbracciare il padre e la sorella maggiore. Ma lo scontro istituzionale senza precedenti tra Casa Bianca e potere giudiziario, continua. La corte d’appello che ha bocciato il ricorso governativo ha infatti chiesto sia al Procuratore dello Stato di Washington, sia all’amministrazione Trump di presentare argomenti aggiuntivi a sostegno ognuno della propria causa.

Una corsa contro il tempo per circa 40 cittadini yemeniti, bloccati a Gibuti da domenica scorsa, quando l’ordine esecutivo di Trump non ha permesso loro di imbarcarsi su un volo diretto a New York.

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