In queste ore l’ultima missione dell’Agenzia speziale Europea, (Esa) è arrivata ad una fase cruciale.
L’orbiter e il lander Schiaparelli sono stati lanciati insieme il 14 marzo del 2016 da Baikonur, in Kazakhstan. 7 mesi in volo verso Marte e poi la separazione, quella che i responsabili della missione hanno chiamato “divorzio spaziale”.
Il 19 ottobre, dopo essersi separato dal TGO, Schiaparelli entrerà nell’atmosfera marziana e atterrerà sul suolo del Pianeta Rosso per sei minuti. Le informazioni raccolte in questo breve lasso di tempo serviranno per testare e capire quali tecnologie sono necessarie per far atterrare un lander o un rover sulla superficie marziana nelle prossime missioni.
ExoMars non è una singola missione ma ne comprende diverse.
Michel Denis, direttore delle Operazioni di volo di ExoMars all’ESA, spiega come è andata la procedura di separazione: “Abbiamo separato i due elementi non troppo presto ma neanche troppo tardi, in modo da avere il tempo di riorientare il TGO (Trace Gas Obiter) per raggiungere la giusta altitudine così che non si schiantasse su Marte. Perchè si trovava in rotta di collisione fino al momento della separazione, in modo da portare Schiapparelli fino al suolo, il più vicino possibile al centro dell’ellisse.
Mentre il suo satellite orbitale ha il compito di condurre diversi esperimenti scientifici, il lander è usato per testare le tecnologie necessarie per le future missioni su Marte. Prende il nome da Giovanni Schiapparelli, un astronomo italiano che ha mappato la superficie del Pianeta Rosso durante il 19mo secolo.
Il sito di atterraggio del lander è vicino all’equatore di Marte e misura circa 100 km in lunghezza e 15 in altezza. E’ in una regione pianeggiante e liscia ben conosciuta dagli scienziati.
Schiaparelli utilizzerà uno scudo termico, un paracadute e un sistema a propulsione per rallentare la discesa sulla rocciosa superficie di Marte.
Cercherà tracce di gas come il metano.
La maggior parte del metano che si trova nell’atmosfera terrestre deriva dalla vita di animali e piante. Quindi la presenza del metano su Marte si ricollega direttamente alla questione della presenza geologica o addirittura biologica sul Pianeta Rosso.
Il TGO cadrà lentamente sull’orbita di Marte per osservare la sua atmosfera usando una vasta gamma di strumenti scientifici.
Johannes Bauer, Ingegnere per i veicoli Spaziali di ExoMars per l’ESA spiega che la missione sperimeterà nuovi metodi e tecnologie: “Con ExoMars, l’Agenzia spaziale Europea, usa per la prima volta un metodo chiamato aereo-braking (freno aereo) così che il veicolo spaziale possa ridurre l’orbita, lasciandolo volare nell’atmosfera e usando la densità atmosferica per rallentarlo invece di usare carburante per motore.
Nel dicembre del 2014, il rover della Nasa, Curiosity, ha rilevato picchi di metano nell’atmosfera del Pianeta Rosso. Ciò suggerisce che qualcosa stia producendo o emettendo questo gas che tanto interessa agli scienz