La missione ExoMars è iniziata sette mesi fa dal poligono di Baikonur con l’obiettivo di cercare la vita o perlomeno tracce di vita su Marte.
Gestita dalle agenzie spaziali di Europa e Russia la missione si articola in due fasi.
Dopo un viaggio di milioni di chilometri, la missione oggi ha raggiunto il primo grande obiettivo.
La sonda e il lander si sono separati domenica scorsa.
La sonda Trace Gas Orbiter, “TGO”:
http://exploration.esa.int/mars/48523-trace-gas-orbiter-instruments/?fbodylongid=2210
resterà in orbita per captare tracce di gas come il metano.
Mark McCaughreane, ESA:
“Andando lì con sonda, Trace Gas Orbiter, speriamo di capire la provenienza dei gas, i loro cambiamenti in funzione dei periodi, capirne la provenienza, e ancora speriamo di poter dire se questi gas provengono da un fenomeno geologico o piuttosto da una qualche forma di vita”.
Il modulo Schiaparelli ha come obiettivo quello di testare la tecnica di atterraggio su Marte. Una volta nell’atmosfera, il lander è frenato da uno scudo termico.
Un paracadute supersonico si apre e Sciaparelli sgangia lo scudo mettendo in funzione il radar.
Sgancia il paracadute e 9 retrorazzi si mettono in moto, per esercitare una spinta opposta allasua in vista dell’atterraggio.
L’impatto è comunque ammortito dalla presenza di una struttura apposita.
Fino a oggi solo gli americani erano riusciti a atterrare su Marte con robot funzionanti, nel 2004 con Opportunity che è ancora in funzione.
Eppoi con Curiosity che è atterrato nel 2012.Cercano l’acqua e quindi la vita sul pianeta.
La seconda parte della “missione”:
http://exploration.esa.int/mars/43608-life-on-mars/ Exomars comincerà nel 2020, quando verrà inviato sul pianeta rosso un rover dotato di una trivella di due metri.
Il rover cercherà segni fossilizzati di vita passata, scavando molto più in profondità rispetto a quanto sia stato fatto in precedenza.