Le ultime due spie del cruscotto ad accendersi in Cina sono state quelle di BMW e Toyota.
A maggio e a giugno le vendite della casa automobilistica tedesca nell’ex impero celeste sono scese per la prima volta da dieci anni. Con i vertici che avvertono: in caso di ulteriore deterioramento dovremo rivedere gli obiettivi.
Il produttore giapponese, dal canto suo, registra una buona progressione delle immatricolazioni. Ma afferma: la concorrenza spietata ci obbliga a offrire sconti sempre maggiori, pesando sui margini di profitto.
Sembrano passati decenni da quel 2009 in cui il mercato automobilistico cinese superava gli Stati Uniti con crescite anche del 45%. Una “macchina da soldi” per i produttori, arrivati in massa per sopperire al calo delle vendite a casa loro.
Quegli stessi marchi che però ora fanno i conti con la frenata del mercato e della produzione. Le spiegazioni sono tante: il rallentamento economico generale, il giro di vite delle autorità contro le spese eccessive, m