Rotto l’assedio di Sinjar, ora per i Peshmerga restano due priorità: evacuare le centinaia di famiglie di Yazidi bloccate da settimane nella città sotto attacco dell’Isis e consolidare il corridoio appena aperto con l’aiuto dell’aviazione americana.
Successivamente, i Peshmerga vogliono avanzare per liberare dall’Isis anche Mosul, ma per questo non bastano le sole forze curde.
La minoranza degli Yazidi è tra quelle più pesantemente perseguitate dall’Isis, che ha compiuto massacri, sequestri e ogni forma di violenze contro questa comunità.
Per continuare l’offensiva, i Peshmerga chiedono aiuto, per bocca di Masrur Barzani, figlio del più noto Massud, il presidente del Kurdistan iracheno.
“Non vogliamo che i Peshmerga siano l’unico gruppo con una valenza politica a entrare nella regione. La liberazione di Mosul richiede la partecipazione delle forze arabe, in particolare dell’esercito iracheno”.
Un centinaio i miliziani dell’Isis rimasti uccisi nella battaglia durata parecchie ore, a conclusione di un’operazione lanciata il giorno prima dai Peshmerga, per riconquistare un’ampia zona del Kurdistan. Ora però, ribadiscono i Peshmerga, non possono essere solo i curdi a entrare nelle zone esterne alle frontiere regionali. Martedì, l’Alto Rappresentante europeo Federica Mogherini sarà nel Kurdistan.