Turchia: scontri tra l'esercito e i curdi che vogliono rientrare in Siria

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Nuovi scontri in Turchia, al confine con la Siria. L’esercito di Ankara impedisce ai curdi, siriani e turchi, di andare a combattere contro i miliziani dell’autoproclamato Stato Islamico che assediano Kobane.

Intanto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nega fermamente che il suo Paese sostenga l’ISIL e replica a Biden. Il vicepresidente degli Stati Uniti aveva accusato la Turchia di favorire l’afflusso di estremisti islamici in Siria.

“Finora – ha dichiarato Erdogan – abbiamo vietato a seimila persone di entrare in Turchia e abbiamo espulso un migliaio di persone. Il governo della Repubblica turca, lo Stato turco ha agito così. È sbagliato rivolgere simili accuse alla Turchia. E mi dispiace molto ascoltare parole simili”.

Almeno 160.000 i curdi, fuggiti da Kobane e dai villaggi limitrofi, che hanno trovato rifugio nel campo profughi di Suruc. In molti sognano di rientrare in patria.

“Voglio tornare a Kobane – dice una ragazzina curda – voglio tornare a casa. Voglio tornare alla nostra terra”.

“Non vogliamo nulla – ribadisce un profugo – vogliamo soltanto tornare a casa. Dio, tieni quegli uomini lontani da noi. Non abbiamo bisogno di niente altro. Vogliamo soltanto tornare a casa, nella nostra città”.

Mentre proseguono i raid aerei degli Stati Uniti e dei loro alleati contro le postazioni dell’ISIL (almeno 14 nelle ultime 48 ore) Washington torna a chiedere ad Ankara di impegnarsi apertamente contro i terroristi.

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