Celebrati, a Madrid, i funerali di padre Miguel Pajares, il sacerdote spagnolo di 75 anni che aveva contratto il virus Ebola lavorando per una Ong in Liberia.
Inutile, nel suo caso, il trattamento con il farmaco sperimentale Zmapp, somministrato anche a due operatori sanitari statunitensi ricoverati ad Atlanta e ad altri due medici liberiani.
Nel tentativo di rassicurare i suoi connazionali, il ministro per la Salute spagnolo, Ana Mato, ha detto che “il sistema di allerta ha funzionato a dovere. Il protocollo è stato seguito e non è mancata una buona coordinazione. Sfortunatamente – ha aggiunto – i risultati che auspicavamo non si sono materializzati perché il trattamento non si è rivelato efficace”.
Aumentano i governi dell’Africa occidentale che ricorrono a misure di emergenza nel tentativo di ostacolare il diffondersi del contagio. La Costa d’Avorio, che confina sia con la Liberia che con la Guinea, ha chiuso i suoi aereoporti ai passeggeri provenienti da quei Paesi e dalla Sierra Leone.
La comunità internazionale ha promesso aiuti per questa regione, dove l’epidemia ha fatto un migliaio di vittime. Ma i segnali appaiono contrastanti. Berlino ha chiesto ai cittadini tedeschi di lasciare i tre Paesi più colpiti.