Striscia di Gaza, tregua: corsa al rifornimento di soldi e cibo per i civili

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È stata come una boccata di ossigeno la tregua di cinque ore per la popolazione civile della Striscia di Gaza, che paga da sempre il prezzo più alto del conflitto fra Hamas ed Israele. Il cessate il fuoco umanitario è stata chiesto dalle Nazioni Unite per consentire l’evacuazione dei feriti più gravi e l’approvvigionamento della popolazione.

“Per dieci giorni siamo stati imprigionati nelle nostre abitazioni a causa dell’offensiva e dei razzi, oggi possiamo muoverci’‘, dice Zakariya Abed Alwahed, un residente di Gaza. ‘‘La situazione economica è disastrosa, molte persone vanno nelle banche ma non ci sono abbastanza soldi, i dipendenti non hanno ricevuto gli stipendi, speriamo che presto la situazione migliori e che la crisi finisca per sempre”.

La situazione umanitaria è drammatica. In grave difficoltà le strutture idriche e sanitarie, molte distrutte dai raid aerei. Ed è emergenza cibo: a lanciare l’allarme è l’associazione umanitaria Oxfam che ha denunciato l’aumento repentino dei prezzi dei generi alimentari in alcuni casi raddoppiati.

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