A un mese e mezzo di distanza dal rapimento, in Nigeria si moltiplicano le incognite sul destino delle studentesse. Per contrastare Boko Haram, il Camerun ha rafforzato la presenza dei militari sul confine con la Nigeria: sono pronti a intervenire se necessario.
Le autorità nigeriane sostengono di sapere dove le oltre duecento studentesse si trovano. Il metodo per liberarle sarebbe fonte di disaccordo: l’esercito teme per la loro incolumità in caso di intervento militare, il presidente Goodluck Jonathan esclude uno scambio di prigionieri.
A Lagos, cristiani e musulmani si sono riuniti per pregare per le ragazze. “È difficile immaginare che sappiano dove si trovano ma non possano fare nulla – dice una donna -. Mi ha sconvolto sapere che i militanti stavano negoziando per cento prigionieri in cambio di cinquanta ragazze”.
Alcune fonti hanno riferito di un incontro informale per negoziare la liberazione tra intermediari di Boko Haram e l’ex influente presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, favorevole a uno scambio di prigionieri.