Otto dollari. Questo il prezzo pagato per ciascuna delle almeno 200 studentesse nigeriane, di età compresa tra 12 e 17 anni, rapite due settimane fa e vendute come mogli ai combattenti islamici di Boko Haram.
Il sequestro delle ragazze dal liceo di Chibok, nel nord-est del Paese, ha provocato una crescente mobilitazione che ha portato in piazza alcune centinaia di persone nella capitale Abuja.
“Crediamo – spiega Halita Aliyu, dipendente pubblico in pensione – che venendo qui porteremo all’attenzione di tutti i nigeriani e soprattutto delle madri, dei genitori, la situazione di quelle bambine”.
I familiari delle ragazze denunciano l’indifferenza del governo e stanno conducendo ricerche autonome nelle forteste covo dei miliziani islamici.
Boko Haram ha già sequestrato ragazze e donne durante gli attacchi a scuole e villaggi, ma questo rapimento di massa non ha precedenti. I miliziani usano le donne come facchini, cuoche e schiave del sesso.