Movimento truppe ucraine nell'Est. Obama chiama Putin e minaccia conseguenze

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Nel momento di massima debolezza del giovane potere centrale ucraino Kiev scende in piazza nel nome dell’unità del Paese. Unità gravemente minacciata dal precipitare degli eventi nell’Est dell’Ucraina nel corso del fine settimana.

Finora la reazione di Kiev è stata di massima prudenza, lasciando di fatto scadere senza reazione l’ultimatum di ieri nei confronti dei militanti pro-russi. Ma a una settantina di chilometri da Sloviansk le truppe ucraine incrementano movimenti ed esercitazioni.

Intanto i Servizi di Sicurezza Ucraini (Sbu) diffondono nuove intercettazioni telefoniche tra alti ufficiali dell’esercito russo e responsabili di corpi speciali che si muovono nelle città dell’Est ucraino, Donetsk e Sloviansk in primis, per organizzare gli assalti agli edifici delle istituzioni. La prova, secondo Kiev, del ruolo attivo di Mosca nella crisi. E Barack Obama in una telefonata con Vladimir Putin ha minacciato più gravi conseguenze se tale ruolo continuasse.

Lo schema sarebbe sempre lo stesso: prima gruppi di poche decine di uomini ben organizzati prendono d’assalto i palazzi delle istituzioni locali. Poi una folla di 200, 300 o più persone si unisce al giubilo pro-russo. Folla costituita prevalentemente da pensionati e nostalgici dell’era sovietica. Uno schema compatibile con quanto constatato dal nostro inviato a Donetsk: Sergio Cantone:

“La maggior parte della popolazione di questa zona si sente presa in ostaggio dalle circostanze” spiega. “C‘è una consistente minoranza che occupa ormai quasi tutti i palazzi del potere ed una maggioranza silenziosa che sembra in balia degli eventi”.

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