La Francia invierà un migliaio di soldati nella repubblica centrafricana, paese devastato dalla guerra civile. La missione avrà la durata di sei mesi, ma dovrà essere sotto l’egida Onu e i francesi dovranno avere un ruolo logistico a sostegno del contingente Misca, la missione interforze dell’Unione Africana, e del Fomac, altro contingente multinazionale.
Jean-Yves le Drian, ministro della difesa francese: “La situazione è seria. Non possiamo permettere un paese che crolli in questa maniera. Ci sono abusi massacri e un caos umanitario”.
Inizialmente le truppe francesi, circa 600 soldati, si erano limitate a proteggere gli obiettivi sensibili della capitale come l’aeroporto o i cittadini francesi. Il peggiorare della crisi e le violenze dei ribelli hanno indotto Parigi a un intervento più massiccio anche se inferiore a quello in corso in Mali.
La situazione è talmente disastrosa che al Palazzo di Vetro l’ambasciatore centrafricano non ha timore a parlare di situazione da pre-genocidio citando affermanzioni dell’Onu, ma anche di Parigi e Washington.
Le truppe di Parigi sono pronte a partire la settimana prossima dopo il voto all’Onu. La diffusione delle violenze e la loro ridefinizione su base settaria e religiosa rischia di peggiorare la situazione e tracimare anche negli stati confinanti. Come accadde all’epoca del genocidio ruandese. Senza contare il timore che questa guerra possa continuare ad attirare movimenti integralisti esterni.