Costi gonfiati, materiali scadenti, infiltrazioni mafiose. L’Italia rischia di pagare un prezzo salato per come ha gestito la costruzione degli alloggi per gli sfollati dell’Aquila.
A dirlo è il danese Soren Sondergaard, membro della Commissione di controllo del Bilancio al Parlamentio europeo. Il rapporto che ha redatto a conclusione di tre anni di indagini mostra non poche negligenze nel modo in cui il governo italiano ha impiegato i fondi comunitari, dopo il terremoto del 6 aprile 2009 che causò 309 vittime. Ogni appartamento è costato il 158% in più rispetto al valore di mercato. E parte del lavoro è stata data in subappalto a ditte con legami diretti o indiretti alla criminalità organizzata.
Inoltre, le normative comunitarie prevedono che i finanziamenti di Bruxelles non debbano generare reddito. Ma se gli occupanti delle nuove costruzioni dovranno pagare l’affitto, come è stato previsto, l’Italia dovrà restituire 350 milioni dei 494 ricevuti dopo il sisma.
Il dossier sarà discusso giovedì al Parlamento europeo.