(Adnkronos) - Una delle attività più rilevanti del microbiota intestinale risiede nella sua capacità di regolare le funzioni del sistema immunitario attraverso un continuo scambio di informazioni tra i microrganismi di cui il microbiota è composto e il ricchissimo corredo di cellule immunocompetenti che, nell’uomo, risiedono per la loro maggior parte proprio nell’intestino. "Pertanto una situazione di scompenso della flora batterica, nota come disbiosi intestinale, è considerata uno dei fattori causali di molte malattie, non ultime quelle immunomediate. Oggi si è dimostrato che l’alterazione del microbiota, con il sovvertimento delle popolazioni batteriche residenti, può condurre alla produzione di metaboliti tossici, i quali provocano uno stato infiammatorio della mucosa intestinale con conseguente aumento della sua permeabilità, innesco di reazioni immuni e infiammazione che si estende a livelli ben distanti da dove essa si è originata. Così immunologo Mauro Minelli nella nuova puntata di 'Fermenti, il segreto della vita' la rubrica online condotta questa settimana alla disbiosi e rischio di malattie autoimmuni' "Una corretta ed equilibrata flora intestinale, che rappresenta una condizione di eubiosi” assume dunque un ruolo importante per l’immunità dell’intero organismo attraverso la formazione sia di immunoglobuline A – anticorpi che rivestono e difendono la superficie interna del canale intestinale da tossine e agenti patogeni – sia di cellule regolatorie (linfociti T-reg) che spengono la condizione infiammatoria quando si rende necessario - sottolinea Minelli - Nelle disbiosi intestinali avviene una disregolazione di queste dinamiche con sviluppo abnorme di microrganismi patogeni e di cellule infiammatorie appartenenti, per esempio, ai sottotipi di linfociti Th1 e Th17. La disbiosi, la conseguente infiammazione ed il contestuale aumento della permeabilità intestinale, che trasforma in una specie di grande ‘colabrodo’ la parete-barriera dell’intestino, anzitutto aprono la strada alle malattie infiammatorie intestinali croniche (Mici). Ma poi, con la diffusione sistemica di tossine e batteri, creano i presupposti per generare un’iperstimolazione del sistema immunitario che, a sua volta, può condurre all’anomala produzione di auto-anticorpi" "Tutto questo avvalora sempre di più gli sforzi che oggi si fanno per esaminare con grande attenzione il 'core' del microbiota umano al fine di valutarne la composizione andando a caratterizzare la concentrazione, aumentata o diminuita, di alcuni famiglie/generi/specie batteriche. E’ dall’equilibrio di queste ultimi che scaturiscono le condizioni di 'salute' tanto del microbiota quanto dell’uomo 'ospite', risultando fortemente discriminanti come emerso da scrupolosi e lunghi lavori di ricerca comparativa tra individui clinicamente sani e individui con patologie croniche immuno-mediate", conclude.