Roma, 15 mag. (askanews) - Un mese di scontri in Sudan tra l'esercito e le forze paramilitari di supporto rapido: oltre 600 le persone rimaste uccise e oltre 5.000 quelle ferite dall'inizio dei combattimenti lo scorso 15 aprile, stando al bilancio del ministero della Sanità, rilanciato dall'Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha). Più di 936mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case: oltre 700mila sono sfollate nel Paese e circa 200mila hanno cercato rifugio nei paesi vicini. Tra queste almeno 450mila sono bambini.La capitale Khartoum è una desolata zona di guerra; le famiglie rimaste, terrorizzate, sono rinchiuse nelle loro case mentre fuori infuriano gli scontri a fuoco. Scarseggiano cibo e beni di prima necessità, ci sono continui blackout elettrici e interruzioni delle comunicazioni. "Non riusciamo a dormire, non dormiamo da quattro giorni - racconta una donna - cerchiamo di fare qualche pisolino qua e là. Ma non serve a niente. Non siamo usciti di casa... Ho sentito storie di altre persone che sono state in grado di uscire e comprare beni di prima necessità"...Le ambasciate straniere sono chiuse; ospedali, banche, negozi e silos di grano sono stati saccheggiati. Diversi tentativi di tregua sono stati violati, la comunità internazionale continua a fare appelli alla pace.