L’unico dialogo e mediazione possibili sono quelli che passano dalla legalità e dal Parlamento. È questo il messaggio inviato al governo catalano da parte del Premier conservatore Mariano Rajoy, all’indomani della simbolica firma di un’indipendenza subito sospesa per cercare la trattativa.
Il Primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy mercoledì in Parlamento a Madrid: “Lo scorso 1 ottobre il governo della Generalitat di Catalogna ha voluto organizzare un referenudm illegale. Non è stata un’azione innocente né spontanea né democratica. È stato l’ultimo atto di una strategia politica finalizzata ad imporre all’insieme della società catalana e a tutti gli spagnoli un’indipendenza che vogliono in pochi e non conviene a nessuno” ha detto.
Carles Puigdemont ha tempo fino a lunedì per chiarire se l’indipendenza è stata effettivamente dichiarata e, se così fosse, fino a giovedì per annullare la dichiarazione, prima che il Madrid assuma il controllo delle istituzioni regionali, applicando l’articolo 155. Posizione che Puigdemont ha condannato in un Tweet.
Carme Forcadell, Presidente del Parlamento catalano e deputata indipendentista di “Junts pel si”: “Il 155 produrrebbe un effetto contrario rispetto a quel che pretende il governo spagnolo. La repressione non è servita a fermare questo processo democratico dunque applicare l’articolo 155 significherebbe aggravare il problema” ha detto.
Rajoy ha per ora dribblato la mossa del leader indipendentista, rimettendo la palla nel campo dell Presidente della Generalitat. Una mossa che permette di guadagnare tempo ma che non spazza l’incertezza dagli orizzonti scrutati da Cristoforo Colombo in questo 12 ottobre in cui Madrid celebra la festa nazionale.