Un cessate il fuoco bilaterale di 101 giorni. All’accordo, che entrerà in vigore alla mezzanotte locale di domenica primo ottobre, sono gunti il governo clombiano e l’ELN, l’esercito di liberazione nazionale, il gruppo ribelle nato nel Paese 53 anni fa.
L’intesa, annunciata da entrambe le parti, potrebbe rappresentare una pietra miliare nei colloqui di pace iniziati lo scorso febbraio a Quito, in Ecuador, che per mesi sono sembrati sterili.
“L’accordo – spiega in un messaggio video Nicolás Rodríguez Bautista, soprannominato Gabino, leader dell’ELN – non soltanto paralizza le azioni offensive da entrambe le parti, ma consentirà di portare importanti aiuti umanitari alla popolazione colombiana”.
Il presidente Juan Manuel Santos, premio Nobel per la Pace, subito dopo aver firmato il documento ha fatto comunque una specifica: l’ELN dovrà chiudere con sequestri, attacchi alle infrastrutture e posa di mine.
“Le forze militari e la polizia, che sia ben chiaro – ha concluso Santos – continueranno ad adempiere i loro doveri costituzionali su tutto il territorio nazionale”
Creato nel 1964 e ispiratosi alla rivoluzione cubana, l’ELN conta ancora circa 1500 combattenti. Si tratta dell’ultimo gruppo di guerriglieri ancora attivo in Colombia dopo la firma a novembre di un accordo di pace tra Bogotà e le Farc.
Il conflitto in Colombia ha fatto almeno 260.000 morti. Più di 60.000 le persone scomparse. Circa sette milioni gli sfollati.