Un successo per Damasco, nessun progresso per i ribelli anti-Assad. Le distanze tra le diverse anime siriane si ripropongono anche nei colloqui di Astana.
La dichiarazione finale è concentrata sull’accordo tra Russia, Turchia e Iran per il monitoraggio del cessate il fuoco.
Mosca ha anche proposto ai ribelli una bozza di una Costituzione.
“È stato deciso di istituire un meccanismo trilaterale per osservare e garantire il pieno rispetto del cessate il fuoco – ha detto Kairat Abdrakhmanov, ministro degli Esteri del Kazakhstan – evitare provocazioni e determinare tutte le modalità della tregua”.
Per il rappresentante dell’opposizione, il regime siriano e l’Iran sono responsabili dell’assenza di “progressi tangibili”.
“L’ostacolo principale per il successo di questa conferenza e dei negoziati è rappresentato dalle continue violazioni da parte del regime di Assad e la minaccia di deportazioni da molte aree – sostiene Osama Abu Zaid – Non si potrà avere alcun progresso se non si affrontano queste emergenze”.
Per l’ambasciatore siriano all’Onu, il vertice di Astana consolida il cessate il fuoco. Jaafari apre al dialogo tra i siriani sulla base del riconoscimento della legittimità del governo.
“La questione non è sapere chi è felice e chi non è felice – le parole di Bashar Jaafari, ambasciatore siriano all’Onu – La questione è che finalmente abbiamo un documento consensuale chiamato comunicato finale, o dichiarazione finale, concordato da tutti. Questo è un risultato, questo è ciò di cui dobbiamo preoccuparci”.
Il destino della Siria è nelle mani della Russia che conferma l’invio di un contingente ceceno ad Aleppo, dove è appena rientrata la missione inviata dal Papa per organizzare aiuti e assistenza.