Torre Annunziata (NA) - Pizzo e tentato omicidio, arresti contro clan Gionta (18.01.17)

Pupia Crime 2017-01-18

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http://www.pupia.tv - Torre Annunziata (Napoli) - Blitz a Torre Annunziata dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, guidati dal tenente colonnello Leonardo Acquaro: in manette otto persone, tra cui boss e capi del clan Gionta. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, estorsione e detenzione e porto illecito di armi.

L’indagine è partita dal tentato omicidio di avvenuto a Torre Annunziata nel 2015 ai danni di un narcotrafficante, Giuseppe Di Leo, che non voleva pagare il pizzo. Documentata anche l’ascesa all’interno della cosca egemone oplontina, quella dei Gionta, di Pietro Izzo, 40 anni, esecutore materiale dell’agguato a Leo, avvenuto il 10 febbraio del 2015, ma anche referente del clan per le estorsioni.

Ai commercianti veniva chiesta la tangente perché “se vuoi lavorare tranquillo, prepara la busta”, oppure “qua ci vuole il regalo di Pasqua”, raccomandandosi di non avere rapporti con “quelli dell’Annunziata”, dato che gli emissari dicono sempre “mi manda il palazzo”, cioè palazzo Fienga, l’edificio nel Quadrilatero delle carceri a Torre Annunziata roccaforte dei Gionta.

Il titolare di una ditta di trasporti, ad esempio, non pago’ il “regalo di Pasqua per il palazzo”, e Izzo ordino’ ai suoi danni un raid con esplosione di colpi contro la sede della ditta; due persone, gli esecutori materiali della spedizione punitiva, sono state arrestate dai carabinieri il 7 aprile scorso. Tra gli affari gestiti dal gruppo di Izzo, anche il traffico di cocaina, marijuana e hashish per rifornire le piazze di spaccio cittadine, i cui gestori versano anche una quota dei guadagni a Izzo.

I carabinieri hanno dato esecuzione agli arresti a Torre Annunciata, Torre del Greco e Monfalcone, in provincia di Gorizia. Accertato dai militari il giro delle estorsioni agli imprenditori, la gestione delle ‘piazze di spaccio’ con imposizione del versamento di una quota dei profitti nelle casse del clan, nonché la disponibilità e l’uso di armi. (18.01.17)

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