I 35 diplomatici russi espulsi dagli Stati Uniti dal presidente Obama hanno lasciato il Paese. Il volo con a bordo gli ufficiali russi e le loro famiglie è decollato da Washington nel pomeriggio di domenica.
Il senatore repubblicano Mc Cain ha fissato per il 5 gennaio un’audizione sui cyber attacchi e rincara la dose: “Lavoreremo per rendere le sanzioni contro la Russia ancora più pesanti. Hanno attaccato gli Stati Uniti d’America. L’hackeraggio è stato un attacco e dovremmo trattarlo come tale. Pensiamo di dover colpire le loro istituzioni finanziarie e altri aspetti dell’economia russa”.
Il presidente eletto, Donald Trump, ha definito invece le sanzioni adottate da Obama “sproporzionate”: “Voglio solo che siano sicuri. Perchè è un’accusa pesante. Voglio che ne siano sicuri. Se si guarda alle armi di distruzione di massa, quello sì che è un disastro e un errore. Voglio che siano sicuri. Penso che sarebbe ingiusto se non lo fossero”.
L’amministrazione Obama aveva concesso ai 35 diplomatici 72 ore per lasciare gli Stati Uniti come ritorsione per gli attacchi informatici russi durante le presidenziali dello scorso novembre. Il Cremlino, che inizialmente aveva minacciato un’immediata rappresaglia, ha deciso di non reagire alla misura di Obama ma di temporeggiare.