Le Nazioni Unite hanno inviato in Siria una missione per indagare sull’attacco al convoglio umanitario che il 19 settembre nel Nord del Paese è costato la vita a 20 persone. Washington aveva puntato il dito contro Mosca che aveva respinto le accuse.
“È una missione complicata perché l’accesso è molto difficile e sappiamo, naturalmente, che le prove possono essere manipolate o fatte sparire. Un attacco di questo tipo contro un convoglio umanitario costituisce senza alcun dubbio un crimine di guerra ed è fondamentale ottenere quante più informazioni possibile”, ha detto Jan Egeland, il consigliere speciale del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
È stato un raid aereo a colpire il convoglio il 19 settembre: è stata questa la conclusione dell’inchiesta interna avviata subito dopo dall’Onu. Dall’inizio di novembre nessuno convoglio umanitario è arrivato a destinazione. L’Onu denuncia di nuovo la situazione di emergenza umanitaria nella parte orientale di Aleppo dove s’intensificano gli attacchi del governo di Damasco e dei suoi alleati. 250mila civili sono sotto assedio, senza generi alimentari né medicinali. Da martedì, almeno 65 civili sono morti.