Sì di Mosca a una pausa umanitaria di otto ore ad Aleppo. L’annuncio arriva dallo Stato maggiore russo, che specifica come l’iniziativa – prevista per giovedì – sia finalizzata all’evacuazione di civili e feriti, oltre che a consentire la ritirata dei gruppi ribelli che si battono contro il regime di Assad nella parte est della città. Nello specifico – ha specificato la stessa fonte – si provvederà alla creazione di otto corridoi umanitari: sei per permettere il ritiro dei combattenti e due per l’evacuazione della popolazione civile.
Russia says to halt Aleppo strikes for eight hours on Thursday https://t.co/WIJjcgEfCA— Reuters World (@ReutersWorld) October 17, 2016
Il tweet con cui l’agenzia di stampa Reuters ha informato dell’annuncio
“Il 20 ottobre dalle 8 ora locale alle 16 ora locale una una pausa umanitaria sarà osservata nella zona di Aleppo – ha detto il Comandante in capo delle operazioni russe, Generale Sergei Rudskoy. In quel lasso di tempo, aviazione russa e forze siriane sospenderanno bombardamenti e qualsiasi altro tipo di offensiva”.
ONU e Unione Europea: “Bene, ma bisogna fare di più”
All’ONU, che pur riconoscendo la necessità di una pausa più lunga ha accolto con favore l’iniziativa, ha fatto eco da Lussemburgo Federica Mogherini.
The EU has united, strong position on #Syria: save #Aleppo, stop bombing. EU will start talks on future of #Syria pic.twitter.com/EWN7IL0fhI— Federica Mogherini (@FedericaMog) 17 ottobre 2016
“L’Unione Europea ha una posizione unitaria e decisa sulla Siria – scrive Federica Mogherini su Twitter: salvare Aleppo, fermare i bombardamenti. L’Unione Europea avvierà negoziati sul futuro della Siria
“Può essere un inizio – ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera europea -. Ci sono discussioni in corso per valutare se le otto ore concesse possano bastare o meno a consentire di recapitare i necessari aiuti umanitari ad Aleppo”.
Disappunto di Washington: “Troppo poco e troppo tardi”
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Mark Toner, non ha dal canto suo nascosto la delusione per la portata dell’iniziativa, dicendo che si tratta di “troppo poco e troppo tardi”.
Qui il lancio dell’agenzia di stampa Reuters che riporta la reazione del Dipartimento di Stato americano
Mosca e Damasco sostengono che i loro raid sulla parte est di Aleppo siano volti a cacciare gruppi ribelli vicini ad Al Qaeda. Circa 450, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, le vittime che avrebbero mietuto in meno di un mese.