S’intensificano le operazioni militari per la ripresa di Mosul, in Iraq. Un fatto che può provvocare oltre un milione e mezzo di sfollati.
Sono già oltre 213mila le persone evacuate dallo scorso maggio nell’area della città. E ce ne sono oltre tre milioni e mezzo nei 106 distretti di tutto il Paese. Fra i dati più sconvolgenti forniti dalle associazioni umanitarie, il fatto che il 47% sono bambini.
Così un soldato: “Siamo arrivati alle 4 del mattino e siamo venuti per liberare Mosul. Ce la faremo in modo che famiglie possano rientrare nelle loro case”.
Una promessa, ma gli uomini in nero dello Stato Islamico non abbandoneranno facillemente una località importante strategicamente (è praticamente la cassaforte di Daesh) e dal punto di vista simbolico. Mosul è stata la prima grande località conquistata in Iraq da Daesh.
E questo, secondo le organizzazioni umanitarie, potrebbe creare un disastro ancora peggiore di quanto non sia ora.
Una portavoce dell’Acnur, dice: “Le Nazioni Unite ritengono che Mosul sia la seconda maggiore operazione umanitaria nel mondo. Nel peggiore dei casi qui si potrebbe avere fino a un milione e mezzo di sfollati nell’area della città”.
Altro problema per i civili, è che la regione è crivellata di mine, disseminate dappertutto. Un’ennesima difficoltà per risolvere il disastro umanitario che il Paese sta attraversando.