Nel sud-est della Turchia, almeno 9 civili sono rimasti uccisi e decine di altri feriti in due attacchi. Le autorità turche puntano il dito contro i ribelli curdi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) che non hanno fatto nessuna rivendicazione.
Una bomba è esplosa a Kiziltepe, vicino ad un ospedale, nella provincia di Mardin.
L’esplosione è avvenuta al passaggio di un veicolo della polizia. Quasi simultaneamente, un altro attacco ha avuto luogo Diyarbakir, città a maggioranza curda che si trova poco più a nord. In quest’ultimo attentato sono rimasti feriti cinque soldati turchi. In mattinata, nella provincia di Sirnak vicino al confine con l’Iraq, in un altro attacco sono morti altri quattro soldati.
Secondo l’agenzia di stampa turca Dogan entrambi gli attentati avevano come obbiettivo dei convogli della polizia.
Il Pkk, che ha le sue basi nel nord dell’Iraq, combatte da decenni per ottenere l’autonomia dei curdi in Turchia. Gli attacchi sono ripresi dal novembre 2015 quando il Partito dei Lavoratori del Kurdistan ha dichiarato la fine del cessate il fuoco unilaterale in Turchia.