Uber chiude i battenti in Ungheria

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Uber chiude i battenti in Ungheria. Lo ha annunciato la stessa multinazionale finanziata anche da Google.

In giugno, è stata approvata una legge che consente di bloccare l’accesso a Internet a chi fa servizi di trasporto illegali.

Uber lascia dunque per la prima volta un Paese europeo a causa di una legislazione che rende impossibile operare

“E’ l’unica volta in cui abbiamo preso questa decisione. Non siamo stati vietati, ma è stato reso impossibile ai nostri partner di poter continuare a operare e questo ci ha costretti a sospendere l’attività”, ha dichiarato il responsabile per l’Europa centrale di Uber Rob Khazzam, in una delle rare dichiarazioni rilasciate finora dal gruppo.

La legge arriva a distanza di sei mesi dalle proteste di piazza. I manifestanti chiedevano che la app per smartphone fosse bloccata, perché i conducenti di Uber violano le normative alle quali devono invece sottostare i taxisti.

“Sono contento. Tolgono il cibo di bocca a mio figlio. Operano in modo scorretto, con prezzi bassi. Non è un caso se sono stati bloccati o se hanno dovuto chiudere”, dice Krisztián Kovács, tassista.

Uber è sbarcata in Ungheria nel novembre del 2014 e alla app si sono registrati 1.200 autisti e 160.000 clienti.

La multinazionale è operativa il 21 Paesi europei. Alcuni hanno imposto un divieto parziale al servizio Uber Pop.

“In questo modo si toglie la possibilità di sviluppare questa innovazione: di sviluppare le regole, di sviluppare l’interazione tra conducenti e passeggeri. Le cose cambiano molto rapidamente e se vogliamo che questo servizio torni tra qualche anno, la situazione sarà molto diversa”, sostiene Egon Ervin Kis, esperto di e-economy.

Uber ha detto che se le cose cambieranno tornerà a operare in Ungheria, ma è previsto che sospenda le attività dal 24 luglio.

La maggior parte degli utenti di Uber a Budapest sono stranieri. E’ bene chiedersi quali effetti avrà sul turismo la sospensione del servizio.

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