http://www.pupia.tv - La Guardia di Finanza di Treviglio, al termine di un’articolata e complessa attività investigativa a tutela delle uscite del bilancio dello Stato, ha ricostruito un meccanismo fraudolento, posto in essere nel settore del movimento terra, finalizzato a far ottenere a lavoratori assunti fittiziamente indebite prestazioni previdenziali e assistenziali.
L'operazione, denominata "Ghost workers”, ha consentito di individuare una società, con sede legale a Treviglio (corrispondente ad un mero recapito), che pur avendo avuto alle dipendenze numerosi lavoratori, tutti residenti in Calabria, non ha mai operato in alcun cantiere, né ha mai disposto di conti correnti, automezzi e attrezzature varie, né è risultata intestataria di alcuna utenza.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Fabrizio Gaverini, hanno permesso di constatare che il sodalizio criminale, mediante comunicazioni inviate all’Inps, aveva prima proceduto ad assunzioni fittizie e poi, trascorso il periodo minimo di impiego necessario ad avanzare richiesta di indennità di disoccupazione, a licenziare gli operai. Questi ultimi, complici dei loro “datori di lavoro”, venivano, quindi, messi nelle condizioni di poter presentare istanza per ottenere l’indennità erogata dall’Ente previdenziale.
La società, inoltre, mediante l’annotazione in contabilità di fatture per operazioni inesistenti, maturava ingenti crediti Iva fittizi, utilizzati sistematicamente in compensazione per il pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali a favore dei falsi dipendenti.
Le indagini, svolte in collaborazione con personale ispettivo dell’Inps di Bergamo, hanno consentito di individuare 20 fittizie assunzioni, che hanno portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di altrettanti soggetti per l’ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ascritta anche in capo al legale rappresentante della società ed al fratello, entrambi della provincia di Reggio Calabria, resisi responsabili pure di utilizzo ed emissione di fatture false.
Al termine dell’attività, il gip del Tribunale di Bergamo, Raffaella Mascarino, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili e immobili in capo agli indagati, fino a concorrenza dell’importo complessivo indebitamente sottratto all’Erario, pari a circa 130mila euro. Infine, è stato interessato l’Ente Previdenziale per il recupero delle somme indebitamente erogate a favore degli indagati. (13.06.16)