Siamo a Plymouth a bordo di questa nave nel canale della Manica. Oggi vedremo come i satelliti vengono utilizzati per cercare di capire e studiare meglio i nostri oceani. Questi coprono il 70 per cento della superficie terrestre.
Plymouth è una delle città portuali storiche dell'Inghilterra, un luogo da cui marinai, soldati e scienziati sono partiti per esplorare il mare nel corso dei secoli. Nulla è cambiato. Siamo con il team del Laboratorio Marino nella loro stazione di monitoraggio sulla Manica. A bordo dell'imbarcazione c'è anche lo scienziato spagnolo Victor Martinez Vicente, un esperto nel combinare i dati dei satelliti spaziali con i dati della superficie del mare: "raccogliamo campioni di acqua da una certa profondità e poi li trasferiamo in queste bottigliette di laboratorio".
I campioni saranno studiati per il colore, perché il colore, raccontano i ricercatori, sono fondamentali per capire come si evolve l'ecosistema marino, come le alghe microscopiche che sono alla base della catena e producono la metà dell'ossigeno sul pianeta Terra. Entro la fine dell'anno "Sentinel 3", il satellite dell'ESA, si unirà agli altri osservatori spaziali già in orbita attorno al nostro Pianeta. Ogni missione Sentinel è costituita da due satelliti per assicurare la massima copertura della superficie terrestre. Questo apre una nuova fase per lo studio degli oceani.