È salito a 85 morti il bilancio delle vittime dell’esplosione avvenuta mercoledì scorso a Tianjin, città portuale di 15 milioni di abitanti nel nordest della Cina. I feriti sono 721, di cui 25 in condizioni critiche. Restano ignote le cause delle potenti deflagrazioni. Le autorità hanno detto di non sapere ancora quali materiali si trovassero nel sito industriale che dista poco più di 100 chilometri da Pechino.
Secondo Greenpeace si tratta di materiali chimici estremamente pericolosi. Gli abitanti della zona sono stati evacuati per il timore di contaminazione da agenti chimici tossici, secondo l’agenzia “Nuova Cina” (Xinhua), fonte ufficiale della Repubblica Popolare Cinese. “Beijing News” ha scritto che nella zona sarebbe stata riscontrata la presenza di cianuro di sodio, almeno 700 tonnellate di questa sostanza altamente nociva erano presenti sul posto.
17mila le famiglie danneggiate, 6.300 i senzatetto.