Il 6 e il 9 agosto 1945 restano due date memorabili per il Giappone e il mondo tutto. L’orrore arrivò dai cieli. Little boy e Big Fat, le due atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, fecero oltre 200 mila morti sull’istante.
Centinaia di migliaia i sopravvissuti che portano ancora oggi i segni dell’atomica.
Sumiteru Taniguchi aveva 16 anni e al momento dell’esplosione era a cavallo della sua bici.
“Sono stato scaraventato a terra e la mia schiena ha preso fuoco immediatamente.
Il terreno tremava, ho pensato che sarei morto. Una volta che è tornata la calma mi sono accorto che dalla spalla fino alle dita della mano sinistra la pelle pendeva. Una pellicola nera ricopriva la mano con cui avevo toccato la schiena, dove invece la camicia non c’era più.
La bicicletta era ridotta in poltiglia”.
Le radiazioni atomiche sugli esseri viventi riservano ogni giorno nuove sorprese. Poco piacevoli, ovviamente.
Masao Tomonaga, direttore ad honorem dell’ospedale della Croce rossa a Nagasa