Settant’anni dopo l’indicibile Hiroshima, il Giappone e il mondo intero tornano a raccogliersi nel pianto muto che si ripete dal 6 agosto 1945.
Ai piedi della cupola di metallo e cemento che marca l’orizzonte del Memoriale della Pace (l’unico rudere lasciato in piedi come memento della devastazione nucleare), il Premier Shinzo Abe ha parlato davanti a una platea che, per la prima volta in 70 anni, ha incluso anche un rappresentante degli Stati Uniti: l’ambasciatrice in Giappone Caroline Kennedy.
“Il Giappone intende rinnovare il proprio impegno per arrivare ad un mondo privo di armi nucleari attraverso la collaborazione tra le potenze nucleari e tutti gli altri Paesi” ha detto il Premier.
Erano le 8 e 15 minuti quando il B-29 americano, il tristemente famoso “Enola Gay” pilotato dal colonnello Paul Tibbets, sganciò la bomba che in un istante uccise 150.000 persone, lasciando solo alcune ombre a ricordare le vite annientate.
Nel suo discorso il sindaco di Hiroshima Kazumi Matsui