Crisi di liquidità, la Grecia: i soldi per l'Fmi ci sono. Ma la PA ritarda i pagamenti

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Debiti con i creditori da una parte, pagamento di salari pubblici e pensioni dall’altra. È una Grecia con l’acqua alla gola quella che si presenta alla vigilia del 9 aprile, giorno entro il quale dovrà ripagare 460 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale. Nonostante il buco nelle entrate fiscali, e la chiusura dei rubinetti degli aiuti a fronte del mancato accordo con l’Europa, ad Atene assicurano: i soldi ci sono.

“Siamo pronti già da un po’ di tempo, i fondi per l’Fmi sono già stati accantonati, insieme a quelli per gli interessi”, afferma Dimitris Mardas, direttore dell’ufficio di contabilità generale dello Stato “E non abbiamo alcun problema per il pagamento di stipendi, pensioni e sussidi”, sottolinea.

Intanto, però, migliaia di impiegati soffrono, dato che i loro stipendi dipendono direttamente dai pagamenti da parte dello Stato. Già perché, se non rimborsare l’Fmi sarebbe un dramma per la Grecia, ritardare i pagamenti della Pubblica Amministrazione non lo è: i fond

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