Per oltre un anno, le donne delle pulizie greche licenziate dal ministero delle Finanze hanno incarnato le ingiustizie derivanti dall’austerità.
Sono alcune vittime dei tagli varati per rispettare le condizioni del piano di salvataggio da 240 miliardi di euro concordato con l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale.
Per mesi, sono rimaste accampate fuori dal ministero chiedendo di riavere il posto di lavoro. Infine hanno votato per Syriza, che prometteva di farle riassumere.
“Da quattro anni, in Grecia stiamo pagando per una crisi che non abbiamo provocato – afferma una di loro – Sophia Tsagaropoulou – Durante questa crisi, chi prima guadagnava un sacco di soldi ha continuato a fare affari, anche più di prima. Ma la classe medio-bassa, che non aveva alcuna responsabilità, ha pagato un prezzo altissimo. Di colpo, siamo stati catapultati dal paradiso all’inferno”.
Liberare la Grecia dall’inferno in cui è stata spinta dalle misure di austerità è l’obiettivo del nuovo pr