Strage alla sede di Charlie Hebdo, terroristi coii kalashnikov fanno 12 morti

Views 92

Il giorno in cui il terrorismo ha dichiarato guerra alla libertà di espressione.

Il giornalista Martin Boudot è sopravvissuto alla decimazione della redazione di Charlie Hebdo, salendo sul tetto dell’edificio e da lì ha ripreso immagini drammatiche. Non tanto per quel che si vede, ma quello che si sente: ripetuti spari.

Nella sede del settimanale satirico hanno fatto irruzione tre uomini, armati di kalashnikov, compiendo una strage, che si è completata all’esterno con l’uccisione di un poliziotto che aveva provato a sbarrar loro la strada.

Morti, tra gli altri, alcuni dei più noti vignettisti: Wolinski, Tignous, Cabu e il direttore Stephane Charbonnier, detto “Charb” e un agente della sua scorta.

In totale 12 i morti, ma alcuni dei feriti sono molto gravi.

Le grida “Abbiamo vendicato il profeta. Allah è grande”, le tante minacce ricevute dal giornale, il precedente attacco, alla vecchia sede, nel novembre 2011. Tutto porta verso la matrice islamica di quest’atto immediatamente condannato da tutti i leader politici in Francia, Europa e Stati Uniti, ma anche dalle autorità musulmane francesi.



(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = "//connect.facebook.net/en_US/all.js#xfbml=1"; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs); }(document, 'script', 'facebook-jssdk'));
Post by euronews.

L’allerta è altissima in tutta l’Ile de France, la regione di Parigi e soprattutto nella Capitale.

Una unità di crisi lavora incessantemente al Quai des Orfèvres, la sede storica della polizia parigina. Un numero verde è stato approntato per fornire qualsiasi testimonianza utile.

Rinforzata la sicurezza attorno a tutti quelli che sono considerati obiettivi sensibili.

E caccia scatenata agli autori della strage. Rivolta soprattutto alle periferie di nord est.

Quella è la direzione presa, infatti, dai terroristi prima con la loro auto, abbandonata in seguito a un incidente a circa 4 chilometri dal luogo dell’attentato. La fuga è proseguita a bordo di un’altra vettura, parcheggiata lì vicino e rubata.

Sale il livello di allerta anche a Roma, nonostante non ci siano notizie di minacce specifiche, secondo l’intelligence. Sono stati potenziati i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili nella capitale e c‘è una “particolare attenzione” verso le redazioni giornalistiche.

Il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, ha sottolineato che “purtroppo è molto difficile riuscire a sventare questo genere di attacchi poiché oggi non combattiamo più soltanto contro un’organizzazione, ma contro singoli individui che possono agire in qualsiasi momento e contro qualsiasi obiettivo”.

È già virale l’hashtag #Jesuischarlie. La scritta campeggia anche sul ito del settimanales.

Promemoria: è libertà di pensiero sempre, anche soprattutto quando di mezzo c'è la tua religione. #JeSuisCharlie pic.twitter.com/z1ihmhgbQk— Zenta (@Zentabaga) 7 Gennaio 2015


#JeSuisCharlie l'omaggio degli altri vignettisti http://t.co/yhPL5Jp47Y via Corriereit pic.twitter.com/S1I3UVNKkT— Corriere della Sera (Corriereit) 7 Gennaio 2015


La libertà di espressione è un diritto umano #JeSuisCharlie pic.twitter.com/AQsHft4UFP— amnesty italia (@amnestyitalia) 7 Gennaio 2015


Davanti al Parlamento UE #JeSuisCharlie siamo in tanti pic.twitter.com/BelFXkGqAg— Monica Frassoni (@monicafrassoni) 7 Gennaio 2015


Non ci sono altre parole… #JeSuisCharlie pic.twitter.com/PszwxETD1j— 1berto (@Umberto_Ba) 7 Gennaio 2015

Share This Video


Download

  
Report form