Filippine: a un anno dal tifone Haiyan costruite solo 400 case

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Tacloban, un anno dopo il passaggio del super tifone Haiyan, è ancora un cantiere a cielo aperto. 25.000 filippini vivono in tende e container nelle zone a rischio della grande città portuale, epicentro della calamità.

Secondo il comune di Tacloban solo 400 delle 14.500 case promesse dal governo sono state costruite.

Lita Paa e la sua famiglia sono ancora in attesa: “Hanno detto che daranno, a noi che viviamo nelle tende, tutto quello che serve – dice – Ma la domanda è quando?”.

Formatosi nell’Oceano Pacifico, Haiyan è stato il più grande tifone mai visto sul nostro pianeta. I suoi venti a 315 chilometri orari hanno prodotto onde alte 7 metri che, l’8 novembre 2013, hanno spazzato via tutto. Haiyan ha un ucciso oltre 7mila persone sull’arcipelago filippino.

Il 90% della città di Tacloban fu rasa al suolo. Il governo ha annunciato un piano per la costruzione di edifici speciali che dovrebbero essere in grado di resistere a venti fino a 250 chilometri all’ora. Le case saranno costruite fuori dalle zone a rischio. Ma i lavori registrano grandi ritardi: il governo ha appena approvato un piano pari a 3 miliardi di euro. Ma per ora, rimangono le baracche.

“I container avrebbero dovuto ospitare queste famiglie al massimo per un paio di mesi. Quelli costruiti vicino San Jose erano stati concepiti per un periodo di tempo dai 3 ai 6 mesi. Dopo 11 mesi, sono ancora lì – spiega Clifford Sims, coordinatore di un programma di volontariato – Quindi, c‘è ancora bisogno di alloggi temporanei ed è necessario fornire quelli permanenti”.

L’altra emergenza riguarda le infrastrutture: strade, scuole, porti e piantagioni di cocco da ricostruire per far ripartire l’economia. La sussistenza di queste donne e delle loro famiglie oggi dipende dalla tessitura di tappeti e altri oggetti. Quello che non manca ai filippini è la forza di resistere.

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