Docenti e professori di Sanaa in piazza, per denunciare l’uccisione di quello che considerano un portabandiera delle idee liberali.
Subito condannato anche da Washington, che ha esortato le autorità a fare chiarezza sul caso, l’omicidio del segretario generale della liberale Unione delle Forze Popolari era intervenuto proprio all’indomani di un accordo per la formazione di un nuovo governo.
“E’ in atto un piano per l’eliminazione sistematica degli intellettuali – dice una docente universitaria -. Non si tratta di una lotta politica: l’obiettivo è chiunque si erga a portatore dell’idea dello stato di diritto. E’ purtroppo una situazione che va avanti da molto tempo”.
“Questo assassinio significa l’uccisione del sogno yemenita – le fa eco un collega -. Ciascuno di noi cerca la maniera migliore e più appropriata per partecipare alla costruzione di uno stato di diritto”.
Loro stessi firmatari dell’accordo di sabato, i ribelli Houti che controllano diverse aree del Paese, hanno poi lanciato al presidente yementita un ultimatum per formare il nuovo governo. Passati dieci giorni, hanno genericamente fatto sapere che “passeranno ad altre opzioni”.