Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione che chiede agli Stati membri di “prevenire e reprimere” il reclutamento e il flusso dei combattenti terroristi stranieri.
Il documento, adottato nel corso di una riunione presieduta dal presidente statunitense Barack Obama, prevede obblighi vincolanti per gli Stati membri.
Una risoluzione storica, secondo Obama, che poche ore prima, davanti all’assemblea generale dell’Onu, aveva chiamato a raccolta gli alleati contro la minaccia jihadista.
“L’unico linguaggio che capiscono questi assassini è il linguaggio della forza – ha detto il presidente americano – gli Stati Uniti lavoreranno con una grande coalizione per smantellare questa rete di morte. In questa battaglia non possiamo agire da soli. Chiedo al mondo di unirsi a noi per combatterla. E’ arrivato il momento per tutti, in particolare nelle comunità musulmane, di respingere esplicitamente, con forza e risolutamente, l’ideologia di gruppi come Al Qaeda e Isil”.
Secondo un sondaggio del Pew Research Center, un americano su due approva i raid aerei lanciati da Obama contro le posizioni dei jihadisti in Iraq e in Siria.
Il corrispondente di euronews da New York, Stefan Grobe, afferma che “il presidente è venuto all’Onu per vendere al mondo una guerra che non avrebbe mai voluto combattere, se la comparsa dell’Isil non avesse cambiato tutto. Obama non ha messo gli alleati di fronte alla scelta ‘con noi o contro di noi’, come aveva fatto George W. Bush. Ma ha chiarito che l’America deve mostrare leadership per favorire prospettive di pace e stabilità”.