“Qui ad Hartmann si è combattuto davvero occhio per occhio, dente per dente – spiega Gerd Krumeich, storico ed esperto della Prima guerra mondiale – Per questo si respira questa intensità. Non voglio nemmeno immaginare le urla dei soldati durante le battaglie. Si colpivano con le vanghe, si sparavano a colpi di mitragliatrici e facevano uso di gas. L’unica cosa che non hanno potuto usare sulla collina sono stati i carri armati”.
In Alsazia, durante la Prima Guerra Mondiale, nella zona di Hartmannswillerkopf , Vieil-Armand in francese, sono morti dai 25 mila ai 30 mila soldati, francesi e tedeschi.
Considerato un punto strategico, i soldati l’avevano ribattezzata “montagna della morte”. Un luogo dove lo scontro aveva però perso di senso, spiega lo storico Gerd Krumeich.
“All’inizio del conflitto le battaglie in questa zona avrebbero potuto avere una grande importanza strategica, ma poi la guerra si è spostata in altri regni, con nuovi scenari.
I combattimenti qui sono proseguiti comunque fino al 1918. Un’enorme e assurda sofferenza di cui è difficile anche per me immaginare l’immensa portata”.
Dal dicembre del 1914 alla fine della guerra, questa collina si è trasformata in un campo di battaglia. Gli scontri più sanguinosi avvennero nel 1915, con infiniti corpo a corpo tra le trincee, i rifugi e le gallerie sotterranee.
Tanto che nello stesso anno la cima della collina ha cambiato quattro volte bandiera.
Dopo un secolo Vieil-Armand mantiene il ricordo vivo grazie agli oltre seimila reperti e strutture militari costruiti durante le battaglie. Le strategie sul campo di allora, emergono più chiare in un disegno di scontro mondiale, sottolinea il professor Krumeich.
“Oggi conosciamo meglio le dinamiche della Prima Guerra Mondiale, perché possiamo inquadrare il conflitto nella sua dimensione globale. La storia militare a livello locale non ha mai rispecchiato quella del mondo intero”.
La percezione della tragedia della Prima Guerra Mondiale assume differenti connotati in Europa. Mentre l’11 novembre in molti paesi si svolgono le commemorazioni dei caduti, in Germania non ve ne sono.
Eppure sono oltre due milioni i soldati tedeschi che hanno perso la vita nel conflitto.
Gerd Krumeich: “In Germania non siamo mai stati capaci di realizzare quello che i francesi chiamano una comunità per la memoria, che mantenga vivi i ricordi delle famiglie, nel corso delle generazioni. In Germania non l’abbiamo mai fatto. Tra i francesi la Prima guerra mondiale ha assunto meno importanza nella memoria collettiva perché gli “anciens combattants”, i vecchi combattenti, sono scomparsi. Quindi non c‘è un ricordo vivo. Ma la Grande Guerra è ancora assolutamente presente ogni giorno nella coscienza collettiva. È qualcosa che riguarda tutto il paese, “la France” e ogni singola famiglia”.
La cripta del monumento alla memoria rende omaggio ai soldati francesi delle diverse religioni che persero la vita. Fino ad ora ne erano preclusi i militari tedeschi, che sono sepolti altrove. Ma la riconciliazione franco-tedesca prevede un nuovo grande passo avanti.
Gerd Krumeich:
“La commemorazione anche dei soldati tedeschi nella cripta del monumento alla memoria è un evento. Se ne discute da tanti anni e credo che anche per la stessa Alsazia rappresenta un grande avvenimento: il 3 agosto nella cripta della collina di Hartmannswillerkopf vengono commemorate insieme, per la prima volta, le vittime tedesche e francesi del conflitto”.
Ogni anno sono almeno 300 mila le persone che visitano il monumento alla memoria. In ricordo delle vittime della storia.