L’Arabia Saudita spalanca le porte ai capitali stranieri. Le autorità della monarchia del Golfo hanno annunciato l’apertura della Borsa di Riad agli investitori esteri.
Ad oggi soltanto investitori sauditi o dei paesi del Consiglio del Golfo potevano acquistare azioni direttamente.
Dalla prima metà dell’anno prossimo istituzioni finanziarie di tutto il mondo potranno accedere ad uno dei mercati più grandi della regione, con una capitalizzazione che tocca i 530 miliardi di dollari.
Una riforma attesa da anni, rinviata però per la paura di vedere i grossi gruppi finire in mani straniere.
Il governo ora punta a diversificare l’economia e, oltre a stanziare miliardi di dollari per progetti non legati al settore petrolifero, è pronto a sacrificare le tendenze nazionalistiche sull’altare dell’afflusso di capitali.
A fare gola sono, ad esempio, colossi come la petrolchimica Sabic o la National Commercial Bank.
Ma gli esperti spiegano che le nuove regole, la cui bozza arriverà il mese prossimo, funzioneranno da freno, limitando il numero di istituzioni autorizzate e mettendo un tetto alle quote acquistabili.