Rabbia, paura, disperazione: sono i sentimenti del giorno dopo le ultime bombe nel mercato Abu Alaa, nel nord di Gaza City. L’affluenza è minore del solito, dopo gli attacchi israeliani che hanno ucciso molti civili, tra cui donne e bambini. A Gaza, sottoposta da otto anni al blocco economico di Israele, si sogna la libertà, la pace, una vita normale.
“Spero che le condizioni poste da Hamas vengano accettate e che ci sia un cessate il fuoco immediato. Spero che la resistenza e le Forze di Difesa israeliane trovino un accordo e che noi possiamo vivere in pace,” dice una residente. “I nostri figli non sanno cosa significhi giocare. Conoscono gli aerei, i razzi, i morti a causa degli attentati: questo è quello che imparano. Non abbiamo nulla, guardate la nostra vita, come viviamo. Chiedo a tutti i Paesi stranieri, di avere pietà e trattarci almeno come trattano da loro gli animali!”, gli fa eco un altro abitante di Gaza. “Ci sono uomini, donne e bambini uccisi, molti corpi sono per la strada. Per quanto tempo ancora? Questo è il periodo peggiore della nostra storia, non esiste nessun Paese al mondo in cui si vive come viviamo noi. L’economia è sotto lo zero. La nostra vita è sotto lo zero”, tuona un’altra residente.
A Gaza è stata tagliata l’elettricità ed è compromessa pesantemente la conservazione degli alimenti, già di difficile reperimento.
Mentre il conflitto continua sulle teste dei civili, come spiega la corrispondente di euronews a Gaza, Valerie Gauriat: ‘‘I razzi diretti verso Israele disturbano a malapena l’attività di questo mercato di Gaza. Nonostante la vitalità, le persone ci hanno raccontato che la vita quotidiana è distrutta da molto tempo. In molti credono che solo le armi di Hamas possano cambiare il loro destino, laddove la diplomazia internazionale non riesce a farlo’‘.