Giornata di lutto, ma anche di violenza, a Gerusalemme. A margine del funerale del ragazzo palestinese rapito e ucciso per vendetta, non sono mancati gli scontri.
La rabbia è scoppiata immediatamente, come era prevedibile.
Pietre da una parte, pallottole di gomma e lacrimogeni dall’altra.
“Vogliamo manifestare la nostra solidarietà alla famiglia del ragazzo ucciso dai coloni israeliani. Era un adolescente, non ha fatto del male nè a Israele nè a nessun altro”.
La sollevazione palestinese per la fine tragica del sedicenne potrebbe dare la stura a una nuova stagione di violenza.
“L’uccisione di Mohamed Abu Khdeir ha risvegliato dei demoni, nel quartiere di Shuafat, a Gerusalemme. Dalla seconda intidada, 13 anni fa, non si tirano più pietre, ma nelle ultime 72 ore questo quartiere è stato l’epicentro
della lotta contro l’occupazione israeliana”.