Iraq: attesa per la risposta USA alla richiesta di raid aerei contro i ribelli

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Nel Golfo Persico i caccia F18 sono pronti a decollare dalla portaerei USS George H.W. Bush. Ma la risposta ufficiale di Washington alla richiesta di Baghdad si fa attendere. Mercoledì il governo iracheno aveva apertamente chiesto agli Stati Uniti raid aerei contro i ribelli sunniti.

Il presidente Barack Obama ha incontrato i leader del Congresso per chiarire che l’intervento potrebbe essere deciso dalla Casa Bianca anche senza il ricorso al parlamento statunitese.

“Gli Stati Uniti – ha spiegato in conferenza stampa Jay Carney, portavoce del presidente – conservano il diritto di agire in difesa dei propri interessi legati alla sicurezza nazionale, quando il comandante
in capo lo ritiene neccessario. Per cui mantiene questo diritto in questo caso e in tutti gli altri casi. Ma un’azione militare diretta degli Stati Uniti non risolverà i problemi dell’Iraq, certamente non un intervento da soli”.

Il ministro degli Esteri iracheno Zebari oltre a fare appello agli Stati Uniti si è rivolto all’Arabia Saudita chiedendo di cessare ogni azione a sostegno di ISIL, il gruppo di combattenti per lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, la cui avanzata verso Baghdad prosegue inesorabile.

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