Google oscurato in Cina alla vigilia del 25mo anniversario di Tiananmen, mentre la polizia procede con decine di arresti preventivi.
Almeno 66 risultano detenute, circa 40 sono in carcere o ai domiciliari, le altre sono in attesa di una incriminazione o risultano scomparse.
A Pechino 800mila membri del partito Comunista affiancano i centomila poliziotti attivi nella metropoli.
“In Cina ci sono fuori legge, ma non esistono i cosiddetti dissidenti – sostiene il portavoce del ministro degli Esteri, Hong Lei – e i servizi di sicurezza del governo applicano solo la legge”.
Nella notte tra il 3 e 4 giugno del 1989 si consumò una delle pagine più drammatiche della storia della Cina.
Il partito unico lo definisce un moto controrivoluzionario e rifiuta di fornire il numero delle vittime e i loro nomi. Compito portato avanti dal gruppo spontaneo delle “madri di piazza Tiananmen” che hanno dato un nome e un cognome a oltre 200 dispersi. Una stima della Croce Rossa di Pechino parla di almeno 2.600 vittime.