Afghanistan: attentati, paura e frodi pesano sulle presidenziali

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E’ un rito delle elezioni afghane. Le schede vengono portate a dorso d’asino fino alle pendici dell’Himalaya. Eppure specialmente nei villaggi, in un paese principalmente rurale, i taleban hanno fatto pressioni per boicottare le presidenziali. Gli attentati, la paura e le frodi pesano su queste elezioni. Questa parlamentare, attivista per i diritti umani, è ottimista:

“Gli afghani saranno più impegnati nel voto perché vogliono dire no ai Talebani e sì alla democrazia e alle elezioni. Inoltre vogliono avere un governo migliore, nuove prospettive e un futuro migliore. Per questo le minacce alla sicurezza passeranno in secondo piano”.
Un residente di Kabul: “La gente ha paura ed è preoccupata. Chi va nelle sedi elettorali non si sente molto a suo agio. E’ spaventato”.

Ci sono 95 mila soldati e 48 mila poliziotti a vegliare sulle consultazioni. Kabul è una città blindata. Eppure gli attentati si sono succeduti senza risparmiare neppure il ministero degli interni.

L’ultima vittima straniera è la fotografa tedesca Anja Niederinghaus, uccisa alla vigilia di questo primo turno nella provincia di Khost. Si trovava in un’auto in una base delle forze di sicurezza locali quando un’uomo ha aperto il fuoco. Era un poliziotto.

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