In Ucraina, c‘è una pericolosa situazione di stallo tra Ovest del Paese e Mosca. L’ex campione dei pesi massimi Vitaly Klitschko mette in guardia sulla possibilità di una guerra civile.
Il presidente Yanukovich e la Russia sostengono che l’opposizione vuole rovesciare il governo eletto. L’Occidente offre una possibilità di salvezza con un governo riformista.
Yanukovich puó ancora permettersi di rifiutare l’accordo con l’Occidente se il FMI continuasse a insistere sulla flessibilità della valuta e la riduzione drastica dei sussidi?
O l’opposizione potrebbe accettare il compromesso scomodo di interscambio tra le celle della prigione e i corridoi del palazzo? Come si comporterà l’Unione europea?
Chris Burns in The Network affronta l’argomento con alcuni ospiti eccellenti.
In questa edizione: al Parlamento europeo a Bruxelles, Rebecca Harms, Europarlamentare tedesca. Membro della delegazione della Commissione di cooperazione parlamentare UE-Ucraina. Lavora con il gruppo dei verdi.
Nello studio di Euronews di Bruxelles c‘è Amanda Paul del Centro di Politica europea.
Dal Parlamento europeo, anche Steven Blochmans, ricercatore senior e capo dell’Unità al Centro di Studi Politici europei o CEPS.
La prima domanda per tutti, cominciando da Rebecca: “L’Ucraina è sull’orlo della guerra civile e di chi è la colpa? Della Russia, dell’Unione europea o di entrambi”?
Rebecca Harms: “Oggi, abbiamo assistito a un’altra giornata di scontri e violenza nelle strade di Kiev. Credo che dietro a tutto si celi Vicktor Yanukovich e i suoi amici politici, che attraverso la violenza perpetrata dai Berkut e dai Titushkies, tenta di sbarazzarsi del movimento pacifista Euro-Maidan”.
A proposito di questo, sottolineiamo che sono stati invitati sia rappresentati dell’opposizione che del governo, ma non hanno potuto partecipare a causa degli ultimi drammatici sviluppi. “Su chi ricadrà la colpa di ció che sta succedendo?”
Amanda Paul: “Direi che possiamo dare principalmente la colpa al presidente Yanukovych e ai suoi alleati. Lui, è chiaro, non è interessato a qualsiasi soluzione politica reale. La violenza non è la strada da percorrere, ma credo d’altra parte, che chi protesta non scapperà di fronte ad altra violenza. Stanno combattendo per la libertà e ci hanno dimostrato che sono disposti a morire per questo”.
Ok. Si combatte. Steven: “Lei vede all’orizzonte la guerra civile?”
Steven Blochmans: “Non subito, ma c‘è il pesante rischio di una radicalizzazione, che abbiamo anche visto da parte dei manifestanti. Così, mentre concordo con gli ospiti che i Berkut e il governo che li sostiene sono alla guida della repressione, c‘è anche una responsabilità da parte dei leader dell’opposizione nel trattenere le forze su piazza Maidan”.
Abbiamo visto che è difficile per l’opposizione mantenere il controllo. “Rebecca, lei vede l’Ucraina che si divide? A beneficio di chi?”
Rebecca Harms: “La mia prima sensazione nei confronti del movimento contro la corruzione e in favore del rispetto delle regole, mi dice che la gente in Ucraina è molto piú convinta di prima. Perció, penso che questa lotta contro la corruzione è ció che rende il signor Yanukovich e altri tanto nervosi”.
“Amanda, vede i russi preoccupati di perdere il controllo e forse vorrebbero per esempio il porto di Sebastopoli?”
Amanda Paul: “Beh, assolutamente. La Russia vede l’Ucraina come una parte indivisibile da sè. Vuole un governo sul posto che faccia i suoi interessi politici e abbiamo già visto come questo tipo di rappresentanti politici russi abbiamo parlato, sostenendo di voler eliminare le regioni, tra cui Crimea e regioni orientali. Direi che la Russia non ha un interesse, ha un significativo interesse”.
“Steven cosa ne pensa?”
Steven Blochmans: “Assolutamente. Sono d’accordo, i russi hanno interessi di carattere industriale nella parte est del paese e la flotta del Mar Nero è di base a Sebastopoli in Crimea. Entrambe le regioni sono per la maggior parte di lingua russa e si sentono molto di parte russa anche culturalmente”.
“Allora, come evitare un simile conflitto? Rebecca”.
Rebecca Harms: “Mi piacerebbe ci fosse una maggiore presenza, una presenza europea, a Kiev. MI sono sempre battuta per una missione di osservazione continua – persone che stiano là, ma che vengano dall’Europa, che parlino con entrambe le parti, per impedire l’escalation della violenza. Questa intenzione per il momento non è stata condivisa. Non siamo in Ucraina, io sono qui, ma davvero, non concordo con questa debole presenza dell’unione europea”.
“Amanda, ci sono persone che invece pensano il contrario… I funzionari tedeschi per esempio, stanno discutendo sull’utilità della presenza dell’OCSE, perchè la Russia ne fa parte e questa potrebbe essere piú di un neutrale, onnicomprensivo, osservatore”.
Amanda Paul: “Credo che dobbiamo smettere di discutere su chi fa cosa, dobbiamo fermare gli slogan. Dobbiamo arrivare ai piú alti livelli politici che sono sulle strade e fermare