Svizzera, no a immigrazione: Berna dovrà rinegoziare accordi Ue

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Meno di 30.000 elettori fanno la differenza: la Svizzera chiede l’applicazione di quote per l’immigrazione ma il referendum fotografa un Paese spaccato in due sulla questione. Il 50,3% degli aventi diritto ha votato sì al referendum che chiede lo stop della “immigrazione di massa” proposto dalla destra antieuropeista dell’Unione democratica di centro (Udc).

“È una gran bella sorpresa e soprattutto è un fatto che deve far riflettere il Consiglio Federale” dice Toni Brunner Presidente dell’Udc. “I cittadini non ritengono che il governo sia in grado di risolvere i problemi dell’immigrazione e ora abbiamo un’indicazione precisa: d’ora in poi gli svizzeri vogliono gestire per conto proprio l’immigrazione”.

“Chi ha votato sì al referendum non lo ha fatto in base ad argomenti razionali ma agendo di pancia” ha reagito il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. “Invece dobbiamo ragionare e tuttavia un elemento è chiaro: non si possono trarre i benefici di un mercato interno libero e allo stesso tempo tenersi fuori su altri temi. Questo è ciò di cui ora dovremo parlare con il governo svizzero”.

L’applicazione di quote per l’immigrazione, i cui termini di legge dovranno essere definiti dal Parlamento entro 3 anni, sono in contrasto con l’Accordo di libera circolazione delle persone. Berna dovrà avviare nuovi negoziati con Bruxelles.

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