Manette ai polsi, volti insanguinati, nastri adesivi con la scritta “dittatura” a serrare le bocche. La protesta filoeuropeista riprende vigore a Kiev dopo l’approvazione del pacchetto di leggi contro le manifestazioni.
10 anni di carcere per l’occupazione di edifici pubblici, pene severe per chi monta tende in strada e per chi manifesta a volto coperto.
“Non ci è permesso di esprimere le nostre opinioni. Hanno proibito le manifestazioni e l’uso dei caschi – dice una giovane dimostrante – Siamo qui, perché dopo l’approvazione, le legge entrerà in vigore e in futuro tutti noi potremo essere arrestati”.
“Non riesco nemmeno a commentare il voto di giovedì in parlamento – si sfoga un’altra manifestante – È tutto illegale, tutto è contro le persone”.
“Un passo verso la dittatura”, sostiene la leader dell’opposizione in carcere, Iulia Timoshenko. L’asse Unione europea-Stati Uniti esprime preoccupazione per quello che viene definito “un salto nel passato”.
“Il popolo ucraino vuole la partership con l’Europa e vuole proseguire in quella direzione – sostiene il segretario di Stato statunitense, John Kerry – La decisione presa giovedì è anti-democratica. Sbagliano. Stanno rubando al popolo ucraino la loro opportunità di futuro”.
C‘è chi vede un segnale di debolezza dietro questo giro di vite accompagnato dal siluramento del capo di Stato maggiore dell’esercito e di due vice ministri. La portavoce di Ianukovich, invece, si sarebbe dimessa.