L'Ufficio Immigrazione della Questura di Rimini ha arrestato ieri un 31enne cinese, Lin Jiantang, accusato di omicidio volontario aggravato, reato che avrebbe commesso il 23 luglio del 2009 a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli. Dietro all'atto ci sarebbe un regolamento di conti tra bande cinesi residenti nella zona di Prato. Tutto sarebbe partito da una lite scoppiata tra due gruppi il 1 dicembre 2008 in un bar toscano. Dallo scontro tra le bande, ad aver la peggio quella a cui apparteneva il 31enne: l'uomo, assieme ad un altro connazionale, era uscito ferito dalla lite. Il suo aggressore, per calmare le acque, era così fuggito verso Napoli. Qualcuno nella comunità cinese lo aveva però tradito, rivelando al 31enne il luogo in cui si era rifugiato. Da Prato era così partita una spedizione punitiva, che si era conclusa fuori da un ristorante a San Giuseppe Vesuviano, dove l'uomo era stato ucciso con 7 coltellate. Lin, dopo l'omicidio, si è trasferito in Romagna e, approfittando della sanatoria, ha fatto domanda di emersione come collaboratore domestico per un connazionale all'ufficio immigrazione della Questura di Rimini. Per effettuare la richiesta l'uomo ha dovuto fornire le sue impronte digitali e anche un documento di riconoscimento, in questo caso un passaporto. Il 31enne, che aveva commesso l'omicidio sotto un'altra identità, stesso cognome, ma nome diverso, è stato però incastrato dai controlli incrociati svolti dall'ufficio immigrazione di Rimini. Per la prima volta si è così riuscito a mettere insieme il volto e il vero nome dell'uomo. Gli Agenti della Polizia di Rimini lo hanno tratto ieri in arresto nell'appartamento di via Italia dove attualmente risiedeva. Inoltre, l'ufficio immigrazione sta svolgendo ulteriori indagini per scoprire se effettivamente il 31enne lavorava come collaboratore domestico per un suo connazionale a Santarcangelo oppure se fosse una messa in scena per ottenere un permesso di soggiorno.