Casoria NA Pestato dal branco dopo la lite a calcetto 21 02 13

Pupia Crime 2013-02-21

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http://www.pupia.tv - Casoria (NA) - Era sembrata una tragedia dovuta a un malore: invece Raffaele De Rosa, 36 anni, di Casoria (Napoli), morì il 27 aprile 2011 per le lesioni causate dal pestaggio subìto pochi giorni prima da un branco di aggressori: volevano vendicarsi per una lite durante una partita di calcetto che aveva visto protagonista il fratello di De Rosa. I carabinieri di Casoria hanno fatto luce sulla vicenda, arrestando oggi sette persone con l'accusa di omicidio preterintenzionale.

Sono state le denunce dei familiari a dare impulso alle indagini dei carabinieri che hanno portato alla luce l'altra verità. De Rosa è stato ucciso da una lesione interna, la milza spappolata, determinata dal violento pestaggio per ritorsione dopo un battibecco sul campo. C'era stata una lite e, alla fine della partita, i sette hanno organizzato la spedizione punitiva, scegliendo come bersaglio Raffaele. Ora devono rispondere anche di porto di armi all'offesa.

Sei degli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Poggioreale, il settimo è stato condotto ai domiciliari. Amara considerazione dei pm della Procura di Napoli che hanno condotto l'indagine: "Le risultanze investigative hanno consentito di far luce, abbattendo uno sconfortante muro di omertà, su un tragico episodio che altrimenti sarebbe stato annotato nelle tristi statistiche dei decessi a seguito di incidente stradale".

Secondo gli investigatori all'origine dell'omicidio ci sarebbe stato un diverbio in occasione di una partita di pallone tra amici. I carabinieri hanno
individuato il tipo di armi usate ed altri mezzi utilizzati per la commissione dell'omicidio e all'identificazione dei principali autori del crimine.

E intanto stanno emergendo nuovi particolari sulla rapina "anomala" subita domenica dal calciatore del Napoli Marek Hamsik a Fuorigrotta. Prima di essere rapinato del Rolex, è stato pedinato da una "staffetta", aggredito e colpito al volto. Molti particolari inducono gli investigatori a non liquidare il fatto come una semplice rapina ma un'azione violenta a scopo intimidatorio. La Repubblica (21.02.13)

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